Cosa è cambiato dall’introduzione della legge 626 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro a oggi? Un breve excursus delle evoluzioni avvenute nel corso degli anni che racconta di una maggiore attenzione rivolta alla formazione dei lavoratori di ogni categoria. La sicurezza non è un dovere ma un diritto di tutti, soprattutto in ambito lavorativo.
Fino all’avvento del rivoluzionario D.Lgs 626/94, in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro l’attenzione dei legislatori del passato era sempre stata posta prevalentemente sugli aspetti relativi ad una prevenzione di tipo oggettivo e tecnologico, rivolta a rimuovere o eliminare le condizioni pericolose dagli ambienti di lavoro. Con la legge 626 si compie un salto di qualità rispetto al precedente DPR 547/55 perché da questo momento il datore di lavoro viene ritenuto responsabile del miglioramento della sicurezza dei luoghi di lavoro, mentre prima era “debitore della sicurezza nei posti di lavoro”, ed è obbligato a stilare un documento di valutazione dei rischi aziendali. La Legge 626 del 1994 viene quindi introdotta al duplice scopo di abrogare le precedenti leggi in materia di sicurezza sul lavoro e recepire le nuove normative europee in merito. Le novità più importanti rispetto al passato sono:
prevenzione basata su procedure (valutazione dei rischi e programmazione delle misure di tutela);
valorizzazione della prevenzione soggettiva basata sulla responsabilizzazione personale dei soggetti coinvolti (datore di lavoro, lavoratore);
organizzazione del sistema di sicurezza basato su più soggetti aziendali (RSPP, RLS, addetti alle misure di emergenza, coordinatori per la progettazione ed esecuzione lavori edili, …);
gestione della sicurezza aziendale come parte integrante del sistema produttivo;
riconoscimento delle situazioni di rischio derivanti dal rapporto uomo-macchine/ambiente/sostanze pericolose.
La Legge 626 è rimasta in vigore per 14 anni, fino all’entrata in vigore del Decreto Legislativo 81/2008. Questo passaggio ha risposto ad un bisogno di rinnovamento e ha portato ad una semplificazione della normativa tramite la creazione di un Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro - che rimane valido ancora oggi (seppure con aggiornamenti successivi) e che riunisce la normativa dei precedenti 50 anni - riassumibile nei seguenti punti principali:
introduzione di sanzioni penali per i trasgressori delle norme contenute nel decreto;
introduzione del rappresentante dei lavoratori che ha la facoltà di ispezionare gli impianti ed accedere ai documenti dell’azienda in materia di sicurezza;
obbligo non delegabile del datore di lavoro di compilare un documento della valutazione dei rischi aziendali;
determinazione della responsabilità delle aziende appaltatrici rispetto a quelle subappaltanti;
sospensione dell’attività fino alla messa in regola se non vengono rispettate le disposizioni del Testo Unico.
Il Decreto Legislativo n.81/2008 ha subito vari aggiornamenti nel corso degli anni ed è composto da 306 articoli e 51 allegati. Nel testo unico anche il lavoratore ricopre un ruolo centrale. La definizione di lavoratore è molto ampia, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, dalla dimensione e tipologia dell’azienda e dall’inquadramento gerarchico. Anche la formazione ha un ruolo fondamentale nel Decreto Legislativo 81/2008 ed è rivolta ai lavoratori, ai preposti, ai dirigenti, agli addetti alle emergenze, agli addetti all’utilizzo di attrezzature, ecc. La durata dei corsi di formazione e la frequenza degli aggiornamenti dipendono sia dalla tipologia di rischio dell’azienda di appartenenza, che dal grado di responsabilità che si ricopre all’interno della stessa. Anche i requisiti dei formatori vengono definiti con criteri selettivi rivolti a garantire professionalità ed uniformità nell’erogazione dei contenuti. Un’importante rivoluzione iniziata nel 1994 e sviluppatasi completamente solo negli ultimi anni volta a costruire una cultura della sicurezza in ogni ambito e categoria lavorativa. Lo scopo è trasmettere il messaggio che la sicurezza sul lavoro non è solo un dovere, ma un diritto di tutti e soltanto attraverso un meccanismo condiviso, consapevole e partecipato, è possibile raggiungere gli obiettivi che consentiranno a tutti di lavorare in ambienti ed aziende più sicure.
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