L’emergenza sanitaria ha accelerato lo sviluppo del lavoro agile destinato a diventare un cambiamento strutturale importante. Quali sono i rischi?
A seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 è stato incentivato molto l’uso del lavoro agile, lavoro a distanza o smart working, come forma di contrasto ad una maggiore diffusione del virus, anche in assenza di accordi individuali tra le parti. In realtà, la pandemia ha solo accelerato il passaggio a questo modello lavorativo cui si farà sempre più ricorso nel prossimo futuro.
Proprio per questo diventa necessario regolamentare il lavoro a distanza in modo da evitare i possibili rischi correlati a questa diversa modalità, cercando di conoscere meglio questo mondo, in modo da aiutare le aziende a gestirlo e il legislatore a migliorarlo da un punto di vista normativo. Lo smart working impone una chiara definizione sia degli obiettivi che delle risorse destinate ad alimentare quello che sarà un cambiamento strutturale importante.
La legge 81/2017 riporta delle “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato” e in particolare all’articolo 22 sancisce che il datore di lavoro garantisca la salute e la sicurezza del lavoratore, che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile, e a tal fine consegna al lavoratore e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, con cadenza almeno annuale, un'informativa scritta, nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. Il lavoratore è tenuto a cooperare all'attuazione delle misure di prevenzione predisposte dal datore di lavoro per fronteggiare i rischi connessi all'esecuzione della prestazione all'esterno dei locali aziendali.
Il lavoro agile è un’opportunità per superare la standardizzazione tipica dei modelli tradizionali, per focalizzarsi sugli elementi che davvero possono favorire il benessere individuale dei lavoratori in base alle loro specifiche esigenze di vita. Ma non è tutto rose e fiori, esistono anche dei rischi.
La gestione dei rischi che interessano i lavoratori agili assume un'ottica di ampio respiro improntata ad una diversa concezione di welfare e di attività lavorativa più bilanciata e a misura d’uomo. Succede però che la frequente sovrapposizione tra ambiente privato e ambiente di lavoro induca a trasferire le abitudini personali anche al contesto professionale. È fondamentale il diritto della disconnessione, ovvero “il diritto del lavoratore a non essere raggiungibile o contattabile, rispondendo al telefono o alle mail (disconnessione tecnica) ovvero il diritto a concentrare la propria attenzione su qualcosa di diverso rispetto al lavoro (disconnessione intellettuale) recuperando le proprie energie psico- fisiche”. Il lavoratore agile è inoltre sottoposto ad una intensificazione dei ritmi (iper connessione, overworking, dipendenza tecnologica, assenza di tempi di recupero) e all’isolamento.
Fondamentale sarebbe la verifica dell’ambiente di lavoro, ma appare evidente la quasi impossibilità di verificare lo stato di tutti i luoghi di lavoro privati, sia indoor che outdoor. Diventa utile ricorrere a uno strumento di autocontrollo con ausilio di check list compilate dal lavoratore che deve saper valutare consapevolmente il luogo in cui lavora: caratteristiche dell’ambiente di lavoro e degli arredi, rischio elettrico, illuminazione naturale e artificiale, aerazione naturale e artificiale, possibilità di incendi, fattori organizzativi, conciliazione spazi vita lavoro.
Il lavoro agile ha contribuito ad una diminuzione di un certo tipo di incidenti sul lavoro, ma non sono mancati gli infortuni registrati in questi mesi di smart working. È dunque importante procedere tenendo conto di tre elementi determinati per un processo di sviluppo destinato al successo: una comunicazione efficace, una formazione graduale (quanto continua nel tempo) e l'accesso a nuove tecnologie scalabili con cui poter prendere confidenza via via che si procede lungo la curva di apprendimento.
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